matrimonio alla praghese (seconda e ultima ountata)

 Casa di Kafka a Praga (by me)
Nei primi mesi del 1913 Kafka entra in grandissime ambasce.
 
C’è una parte di lui che vorrebbe dare, con il matrimonio, il giusto epilogo alla sua storia con Felice.
A quella parte di lui il matrimonio appare una zona di protezione, una sorta di terra promessa, in grado di metterlo al riparo dalle insidie del tempo e dell’età. Arriva a definirlo "il magnifico punto centrale della vita e dell’esistenza".
 
Ma, molto più spesso, i suoi pensieri prendono un’altra strada: pensa a Felice e a quello che perderebbe sposandola.
Comincia quindi una tenace opera di demarketing di se stesso per convincere la fidanzata a desistere.
"Io perderei la mia solitudine– scrive a Felice-e acquisterei te che amo sopra tutte le creature. Tu invece perderesti la vita che hai fatto finora della quale eri del tutto contenta, perderesti Berlino, le amiche, l’ufficio che ti piace, i piccoli divertimenti, la speranza di sposare un uomo sano allegro, buono, di avere dei figli sani… In cambio..acquisteresti un uomo malato, debole, poco socievole, taciturno, triste,rigido, quasi disperato, l’unica virtù del quale consiste forse nell’amarti".
 
Insomma, si comporta come ogni maschio che si vuole sottrarre ad una relazione.
Le parole chiave che stanno sullo sfondo sono quelle classiche che caratterizzano gli abbandoni: NON TI MERITO.
 
Lei resiste, si arriva perfino al fidanzamento ufficiale, Felice va a Praga e prende un appartamento nella Langengasse: "tre stanze, sole al mattino, nel mezzo della città, gas, luce elettrica, camera per la domestica, stanza da lavoro, 1300 corone".
Ovviamente l’appartamento non piace a Franz, lo trova rumoroso, si lamenta del fatto che non si vede il verde dalle finestre, trova pesanti e funerei i mobili acquistati a Berlino dalla fidanzata.
 
Il tira e molla va avanti per anni.
Poi lo scrittore trova l’ultimo appiglio, drammatico e risolutivo.
La malattia che lo assale nell’estate del 1917, la tubercolosi, gli consente di sottrarsi definitivamente al matrimonio.
 
Nel dicembre di quell’anno Felice va a Praga a trovarlo. I due si lasciano in quella circostanza.
La accompagna in lacrime alla stazione, poi va a trovare l’amico Max Brod.
Piangendo dice all’amico : "Non è spaventoso che questo debba succedere?"
 
Nei giorni successivi scrive nei Diari: "Partenza di Felice. Pianto. Tutto difficle, sbagliato, eppure giusto".
Più avanti però aggiunge : "Non fondalmente deluso".
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7 risposte a matrimonio alla praghese (seconda e ultima ountata)

  1. Yoly ha detto:

     mi ha sorpreso perche mi chiamo anche io cosi e, da quando sono nata non avevo mai incontrato altre che si chiamano come me…   
    dove si strova il suo posto ?! non riesco ha trovarlo !!!
     

  2. Mare ha detto:

    Buon giorno buona domenica
    finita saop….hahahahaha
    Fil scherzo lo sai che sono goliardica …spero che l\’abbia capito
    sono caoita e teatrale come la mia citta\’ ooo mannaggia
    non l\’ho messo nei miei difetti…sai come diceva il grande Edoardo
    Voi ridete? ma io parlo di Voi….semplificando..con ironia parlo di me…..
    smack buona domenica

  3. maria-giovanna ha detto:

     
    Già.
    Penso anch\’io che in fondo ami talmente se stesso e il suo finto dolore
    che lo schock momentaneo dell\’abbandono abbia lasciato il posto quasi subito
    all\’orgasmo della solitudine e dell\’autopunizione.
     
    Post vaticinante.
     
    p.s. Sei davvero un artista Filippo. Adoro le tue opere. 🙂
     

  4. Giulia ha detto:

    Ciao Filippo,
    ho controllato perchè mi sono ricordata di aver spostato il post dall\’altro blog.
    Non so se è quello che cerchi cmq lo trovi nella categoria BELLEZZE DELLA NATURA, 29 SETTEMBRE 2006, MI SEMBRA SIA LA DATA.
    Ciao e buona settimana.
    Giulia.
     
    P.S. le tue opere sono bellisime.
     

  5. Adry ha detto:

    Buona giornata e buon inizio settimana……Son di corsa, ma un saluto te lo faccio…..Smackkk…Adriana

  6. Giulia ha detto:

    eheh… per farti aumentare la voglia di passare dalle mie parti, metterò un altro post fra qualche giorno…
    che ne dici del BUCO DEL PIOMBO? è altrettanto intrigante!
    ciao, buon lunedì
    Giulia
     

  7. Paola ha detto:

    Come detesto gli uomini che non sanno assumersi le loro responsabilità e cercano di "sfinire" gli altri per arrivare al loro scopo. Temo che sia una prerogativa più maschile che femminile… o sbaglio? :-))
     
    Paola

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